Uno sguardo alla linea |
Nutraceutica |
Nell'osservare la pancia delle persone si fa caso all'adipe, alla peluria, alle maniglie dell'amore, alla presenza di qualche animale o insetto (dalla tartaruga per i palestrati, ai gechi o farfalle per i tatuati sull'inguine) riducendo a semplice "anfora" quel fantastico contenitore di umori e di vita che è l'addome.
Non si osserva la meraviglia che ne è contenuta.
Ogni volta che una persona mi mostra l'addome a studio riesco a percepire la meraviglia dell'equilibrio funzionale tra noi e gli ospiti che ci portiamo dalla nascita.
La nostra carica batterica ci fa compagnia da quando siamo nati, pesa più del nostro cuore (>1kg), sono maggiori come numero del totale delle nostre cellule (10(1e+14)) e ci consente di vivere al meglio delle nostre possibilità. In molte parti del corpo, a nostra insaputa, convivono batteri in pieno equilibrio con le nostre necessità in una completa stabilità d'interessi; rotture di questo compromesso creano varie situazioni disfunzionali.
La sovracrescita di batteri nell’intestino tenue (SIBO, small intestinal bacterial overgrowth), è una condizione anomala, che genera produzione di endotossine batteriche, infiammazione intestinale e malnutrizione. Ma la SIBO può coesistere in soggetti con grasso viscerale, tessuto ad azione infiammatoria? Se lo sono chiesto i ricercatori del Department of Internal Medicine, Cleveland, OH, USA, che hanno analizzato la presenza della SIBO in 152 pazienti, mediante il test specifico (breath test al glucosio); negli stessi hanno quantificato il grasso viscerale, con tomografia computerizzata.
Ben 68 pazienti (circa il 45%), sono risultati positivi alla SIBO; la presenza di questa alterazione della flora batterica intestinale, è stata associata in modo significativo ad un elevato contenuto di grasso addominale e alla sindrome metabolica (situazione in cui esistono contemporaneamente tre fattori di rischio, tra pressione alta, trigliceridi o colesterolo alto, iperglicemia).
Il lavoro pubblicato sulla rivista Nutrition Metabolism and Cardiovascular Diseases, nel mese di settembre 2016, ha evidenziato un aumento significativo dei markers di infiammazione indotti dal grasso viscerale e dall’alterazione della flora batterica intestinale. I dati suggeriscono che la combinazione SIBO-grasso addominale favorisce lo stress ossidativo e la comparsa della sindrome metabolica, dell’insulino-resistenza e della steatosi epatica non-alcolica (fegato grasso).
Per capire meglio cosa si intende per SIBO, possiamo riassumere così: generalmente la maggior parte dei batteri intestinali si trovano nel colon, ma nell’intestino tenue è possibile osservare un’eccessiva quantità di batteri gram-negativi, aerobici e anaerobici; ne sono affetti il 40-60% dei soggetti con sindrome dell’intestino irritabile; i sintomi includono costipazione, flatulenza, dolore addominale, dispepsia, malnutrizione. La sovracrescita dei batteri ha ridotto la capacità dell’intestino tenue di digerire e assorbire macronutrienti e micronutrienti (vitamine B12, A, D, E, K e minerali, ferro, calcio, magnesio).
Col tempo, a causa del rilascio continuo di endotossine batteriche, può causare un incremento della permeabilità intestinale, l’insorgenza di allergie alimentari, problemi della pelle e malattie autoimmunitarie. Il rischio di insorgenza aumenta con lo stress ossidativo, nei soggetti che assumono antiacidi a lungo termine; negli adulti e anziani, nei quali il tratto digestivo è più debole; in coloro che fanno un consumo cronico di alcol.
Questo è quello che lo studio ci dice in merito all'associazione tra steatosi no alcolica, adipe e microbiota intestinale.
Da piccolo mi terrorizzavano con i batteri, da adulto mi curo di essi e ne faccio una questione di equilibrio. Tale armonia interna consente a questa composizione variegata (quasi una impronta digitale in ognuno di noi) di offrirci i suoi servigi, che non sono pochi:
FUNZIONE TROFICA (nutrimento): la flora batterica garantisce l'integrità della mucosa intestinale; la fermentazione del materiale non digerito rappresenta una fonte energetica per le cellule epiteliali dell'intestino
FUNZIONE PROTETTIVA CONTRO L'INVASIONE DI BATTERI PATOGENI: la flora batterica potenzia l'effetto barriera della mucosa intestinale, grazie alla funzione trofica citata in precedenza; la popolazione batterica simbionte produce anche sostanze antimicrobiche, tali da inibire crescita batteri patogeni e competizione con la flora putrefattiva. Infine, la flora batterica modula componenti del sistema immunitario intestinale ad azione pro-infiammatoria.
FUNZIONE METABOLICA: produce alcune vitamine, in primis la vitamina B12 e la vitamina K (B1, B6, glutatione, NO); produce alcuni aminoacidi (arginina, glutamina, cisteina); interviene nel metabolismo degli acidi biliari e della bilirubina.
FUNZIONE IMMUNITARIA: immunomodulante, attività importanti del sistema immunitario, basti pensare che nel bambino nell'intestino si trovano circa 80% delle cellule immunitarie (70% nell'adulto) di tutto l'organismo.
ULTERIORI FUNZIONI: favorisce i processi digestivi e l'assorbimento, mantenendo sana ed efficace la mucosa intestinale.
Previene disturbi come colite, diarrea, costipazione.
Si pensa che la disfunzione del tessuto intestinale sia una condizione silente e prolungata che possa essere alla base di una moltitudine di patologie a eziologia incerta o sconosciuta (difficoltà da parte della medicina nello screenizzare dati oggettivi in anni di abitudini e che presentano multifattorialità esponenziali e difficilmente riducibili allo studio).
Dal mio punto di vista sono convinto che condizione di steatosi e disbiosi con conseguente eccesso di adipe addominale non sia solo stretta manovalanza errata da parte di batteri commensali un pò troppo chiassosi, ma un intervento nutrizionale e di restituzione dell'eubiosi possa essere una valida terapia al problema.
D.O. Lorenzo Luchetti